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.Nel ritorno il colon-nello Lahalle si uccise con un colpo di pistola, il colon-nello Testa morì di dolore: pochi ufficiali e sottoufficialitornarono al Pepe in Bologna: tutti gli altri maledettidalle popolazioni tra cui passavano, si ridussero nel re-gno, e sentendosi vituperati e spregiati perché avevanoubbidito al re, s inviperarono fieramente e divenneronemici del popolo.Re Ferdinando riusciva così a sepa-rare l esercito dal popolo, e farlo tutto suo.Scrivevano dalle Calabrie, che verrebbero essi sopraNapoli a cacciare il Borbone; e forse il Ricciardi, come ilcardinal Ruffo nel 1799, voleva sollevare le moltitudinicalabresi e ingrossando per via come una fiumana rove-sciarsi sopra Napoli, e andare anche oltre: ma altri uo-mini, altri tempi, altra causa, ed egli non cardinale.Larivoluzione di Calabria era cosa molto grave, se fossecresciuta: e però il governo pensò di opprimerla subito econ vigore.Ferdinando trovò subito soldati, armi, muni-zioni, vesti, scarpe, ogni cosa necessaria: e ai primi gior-ni di giugno partì per mare il generale Ferdinando Nun-ziante con quattromila uomini, sbarcò al Pizzo, si fermòin Monteleone: con duemila partì il generale Busacca, esbarcato a Sapri prese la via delle Calabrie, e così le se-parò dalla Basilicata e dal Cilento che cominciavano arumoreggiare: il generale Lanza con altri duemila uomi-ni per terra prese la via consolare minacciando le popo-lazioni d intorno, e più tardi si univa al Busacca.Cosìdunque i regi strinsero le Calabrie da ogni parte: i cala-bresi si apparecchiarono a resistere e chiesero ai sicilianii promessi aiuti, e il giorno 15 giugno il piemontese Ri-botti con seicento siciliani sbarcò a Paola, e il giorno se-guente fu a Cosenza.E pure il Ribotti fece un grande er-rore a mettersi così tra il Nunziante, il Busacca e i dueLetteratura italiana Einaudi 227Luigi Settembrini - Ricordanze della mia vitamari, senza pensare ad un modo di ritirata, ed essendo acapo di gente che non eran soldati né decisa a vincere omorire.Se i siciliani avessero avuto senno e preveggenzadovevano mandare subito e prima dell arrivo del Nun-ziante, una forte mano di uomini a Reggio dove era undebole presidio, e vinto questo facilmente venire su in-grossando ed occupare essi Monteleone; ma indugiaro-no, ed in ultimo presero il partito peggiore di cacciarsiproprio in mezzo ai nemici.La rivoluzione di Calabrianon aveva un idea potente su le moltitudini, dicevano difarla per mantenere la costituzione, e scacciare Ferdi-nando che l aveva violata; non aveva capi e guidatori,ché il Ricciardi compito gentiluomo e liberale entusiastafaceva bei discorsi e larghi disegni, Domenico Mauro,scrittore di rabbuffate poesie e di versi ventosi, era tuttoorgoglio e vanti e minacc: Pietro Mileti, antico uffiziale emaestro di scherma buono a combattere, ma di corto ve-dere, e facile ad accendersi: gli altri buone persone, col-ti, generosi, stimabili per molti versi, ma non sapevanoche fare.Lì si trattava di combattere soldati, e i soldatinon li vincono poche centinaia, ma ci vuole tutto un po-polo che tolga loro il vitto, che li molesti sempre e inogni parte con imboscate e insidie, che faccia la guerrasenza farsi vedere, e fuggendo e apparendo da ogni lato,e stancando il nemico non dandogli posa mai
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